Animali fantastici e dove trovarli”. Restaurato il trapezoforo marmoreo rinvenuto a Nepi nel 2020
23/01/2023
Grazie al supporto finanziario della Regione Lazio (Biblioteche, Musei e Archivi – Piano annuale 2022, L.R. 24/2019), lo scorso dicembre è stato possibile sottoporre a restauro il trapezoforo di marmo rinvenuto nel marzo del 2020 in seguito alla segnalazione di un frammento che affiorava dal terreno nel Parco Pubblico di Nepi. L’oggetto, che costituiva la zampa decorata di una tavola monumentale, venne poi recuperato con il supporto della Polizia Locale e sotto la supervisione della Soprintendenza, per essere poi trasportato al Museo Civico locale.
Databile forse al I secolo d.C., vede rappresentato un grifone seduto su una base bassa rettangolare. Purtroppo, la figura è in cattivo stato di conservazione: il corpo dell’animale è mutilato in più punti e della protome a testa d’aquila resta solo la parte anteriore, caratterizzata dal becco spalancato privo delle estremità.
L’intervento conservativo ha riguardato soprattutto un’accurata pulizia della superficie marmorea, che ne ha permesso una più facile lettura, anche se la superficie danneggiata del marmo rende ancora difficile distinguere il piumaggio che doveva caratterizzare le ali e il petto dell’animale.
Di certo questo è solo il primo passo nel lavoro di ricostruzione di dettagli preziosi, molti perduti, utili per riappropriarsi della storia del reperto.
Per forma e dimensioni, il trapezoforo può essere inserito nella tipologia dei cosiddetti monopodia, cioè dei tavoli costituiti da un unico sostegno. Probabilmente si tratta di quanto resta di un cartibulum; ovvero un piccolo tavolo marmoreo che in origine doveva essere posizionato nei pressi dell’impluvium di un’abitazione. Fra la testa e l’ala destra del grifone, infatti, è visibile la parte inferiore del pilastro che doveva fungere da appoggio per il tavolo.
Il frammento è stato ritrovato infatti all’interno di un’area dove erano già state condotte indagini archeologiche negli anni ‘80 del secolo scorso. Qui, all’epoca, gli scavi portarono alla luce tre ambienti, ancora oggi parzialmente riconoscibili sul terreno, di una villa suburbana che si affacciava lungo la via Amerina nei pressi dell’antico centro abitato.
Ora l’intento è proseguire con un’azione di valorizzazione dell’opera, in pieno accordo e con la collaborazione del Comune di Nepi, come spiega il funzionario archeologo della Soprintendenza e responsabile di zona, dott. Daniele Federico Maras.